Per introdurre la tabella di conversione dei colori Pantone, è opportuno precisare che è possibile utilizzare diversi metodi per rappresentare e comporre il colore: i più famosi sono il metodo RGB e la quadricromia, argomento affrontato nel post “RGB e CMYK, due metodi colore a confronto”. Ci sono però situazioni particolari, per esempio quando si stampa a due colori, in cui è possibile contenere al massimo i costi di stampa del colore rispetto alla quadricromia. La quadricromia realizza uno stampato di ottima qualità, ma non sempre il committente è in grado di sostenere i costi alti per la predisposizione di inchiostri, per il set-up della macchina da stampa e per la prestampa. Infatti, la carta riesce a supportare qualsiasi peso in termini di colore ma non sempre a prezzi contenuti.
Per questo sono nati i colori Pantone o tinte piatte, delle miscele di colore con una resa del colore perfetta che utilizzano un solo cilindro di stampa e abbattono, quindi, i costi della quadricromia, ovvero i quattro passaggi ciano-magenta-giallo-nero.
Questo sistema, adottato a livello internazionale, è stato messo a punto negli anni ’50 per classificare i colori e “tradurli” nel sistema di stampa a quadricromia grazie a un codice univoco. Tutti i colori sono raccolti in una sorta di catalogo detto “mazzetta” in cui è possibile sfogliarli e selezionarli.
Com’è composto un codice per un colore Pantone?
Il codice è composto da due campi, nel primo può essere presente una parola (ad esempio red/rosso) o un numero di due cifre dove i primi due numeri si riferiscono alla famiglia di appartenenza (es. 18 per la famiglia dei Rossi). Per i colori più comuni è disponibile anche una definizione più classica. In questo modo, i grafici possono sapere esattamente quale colore stampare, senza perdere tempo in prove di stampa. Nonostante siano un colore unico, si può controllare l’abbassamento dell’opacità del colore per simularne il chiaroscuro (la cosiddetta retinatura) creando effetti quali sfumature, ombreggiature, ecc. in grado di impreziosire il proprio lavoro.
I colori Pantone sono usati come quinto colore sopra un lavoro in quadricromia, spalmato su una quinta lastra della macchina da stampa, oppure in sostituzione di una o più lastre CMYK.
Gli usi più frequenti sono:
• Definire aree con colori specifici
• Stampare tonalità particolari e non riproducibili con il CMYK (ad esempio oro, argento, colori metallici e fluo)
• Indicare lavorazioni successive dello stampato, come fustelle e vernici
• Applicarli quando non vale la pena incidere quattro lastre di quadricromia, ad esempio quando i colori sono pochi
Nello scegliere il Pantone, la Color Guide aiuta a scegliere anche la migliore unione tra i colori e il tipo di carta su cui stamparli: la C (Coated) è per quella patinata e la U (Uncoated) per la uso mano. Infine, mentre è possibile convertire la quadricomia in un colore Pantone, è preferibile non fare il procedimento inverso, perché in stampa si perderebbero la qualità, la brillantezza e la precisione del colore Pantone scelto.